2 aprile 2012

Per un glossario delle parole nel femminismo italiano

Introduciamo il nostro progetto per un Glossario delle parole nel femminismo, qui e qui trovate le sintesi critiche dei primi due lemmi.

(scroll down for english version)



L’idea del nostro progetto nasce dal senso di vuoto che come studiose e come femministe abbiamo percepito attorno a noi riguardo all’effettiva eredità del femminismo italiano.
La riflessione critica che negli ultimi anni si è agita in Italia, soprattutto sull’uso pubblico del corpo femminile e sulla persistenza degli stereotipi di genere, ha fatto emergere, tra l’altro, un grosso nodo problematico relativo alle effettive conquiste del femminismo italiano e alla sua capacità di trasmettere la propria riflessione in tema di etica pubblica e di relazioni tra individui a strati ampi della comunità.
La sensazione è che il femminismo italiano non abbia saputo confrontarsi criticamente con se stesso e con le femministe delle ultime due generazioni, di volta in volta richiudendosi nel ricordo mitico di un’epoca felice di conquiste e di presa di parola o nella memoria possessiva di qualcosa che è sempre così presente da rendersi indisponibile al racconto.
Ma se il femminismo è, come è, nella storia, allora esso deve avere una storia e deve aver permeato di sé la storia.
Quello che proveremo ad illustrarvi é il percorso di ricerca su cui ci muoviamo da circa due anni al fine di realizzare un volume sulle parole che hanno contrassegnato il femminismo italiano che recuperi alla contemporaneità i termini attorno a cui si é agita la riflessione femminista dagli anni settanta agli anni novanta.
Un percorso complicato e intenso, che abbiamo deciso di condividere con altri per scelta metodologica e politica: per dimostrare che l’incrocio tra i luoghi più tradizionali del dibattito scientifico e culturale e quelli più nuovi, non genera un cortocircuito ma, al contrario, allarga il respiro della produzione culturale.

Non é stato facile fare una selezione delle parole di cui volevamo occuparci, e quello che all’inizio voleva essere un dizionario delle parole dei femminismi, é diventato un glossario delle parole nel femminismo, quelle che lo raccontano, che lo spiegano.
Femminismo, singolare, perché uno dei primi risultati della nostra ricerca é stato proprio questo, lampante ma non banale: ci sono parole che hanno attraversato, attraversano e attraverseranno tutta la storia del femminismo; ci sono concetti che hanno agito, agiscono e agiranno sempre nel femminismo. Parole che non restano immobili nel tempo, ma che si evolvono; concetti permanenti e performativi, identificabili e in divenire.
Dopo lunghi (e, a volte, estenuanti) confronti abbiamo scelto sette parole: corpo, identità, lavoro, politica, pratiche, sessualità, violenza.
Sono il punto d’arrivo dal quale abbiamo deciso di partire, le sette parole che riteniamo imprescindibili, necessarie. É evidente che i termini stessi, e il modo in cui abbiamo scelto di raccontarli, evidenziano già di per sé una scelta teorica e politica, ma uno dei nostri intenti é anche questo: stimolare le altre scelte possibili.
Ma come raccontare qualcosa che non é stato raccontato?
Come ricostruire la cartografia di qualcosa che sembra far esplodere le genealogie ricostituendosi ogni volta come organismo a se stante?
Il primo passo é stato un passo di chiarezza: ci siamo raccontate l’un l’altra la storia di ogni parola scelta e abbiamo costruito attorno ad ognuna un albero semantico.
Un po’ come se ogni parola fosse una calamita, una rete buttata nel mare, un nodo sinaptico.
Di fronte allo schema di tutti i termini che si legano a ogni parola, costruire il racconto della parola stessa é diventato più semplice.
Questo racconto vogliamo condividerlo, anche per capire se stiamo andando nella giusta direzione.
Col nostro glossario abbiamo, infatti, l’ambizione di muoverci su un doppio binario: vogliamo creare uno strumento utile per chi desidera conoscere e capire il dibattito femminista anche se vi approda per la prima volta e vogliamo offrire una proposta interpretativa forte.


For a Glossary of Words in Italian Feminism (70's-90's)

Our project was born from an emptiness that we’ve perceived around us, as a researchers and feminists, concern to the real legacy of Italian feminism. 
In the last years start in Italy a serious thought about instrumental use of women’s body and persistence of gender stereotypes. The debate had the merit, among other things, of emerging an important issue about the real goal of Italian feminism and its capability to hand down his idea concerning public ethic and relationships. 
It seems that Italian feminism wasn’t be able to look critically at itself and the last two generations of feminist, trenching itself, from time to time, in the remembrance of a mythical past or in the jealous memory of something that’s so present that became unavailable to be told. 
But, if feminism is, as it is, in the history, it must have a history and it must permeate the history. 
We’ll try to explain You our research to aim a volume on the keywords of Italian feminism to make up for present day the terms round about the feminist thought acted from Seventies to Nineties. 
An intense and composite path we decided to share, with experts or not, because of methodological and political choice: to prove that the intersection between traditional places of cultural debate and the new ones expand the breadth of cultural production. 
It’s been not easy select the words, what at first was a dictionary of words of feminism has become a glossary of words in feminism: the ones that describe it, explain it. 
Feminism, singular, because there are words that crossed, cross and will cross the whole history of Feminism; because there are issues that always acted, act and will act in feminism. 
Words that not stand still in time but are in progress; permanent and peformative matters. 
After lengthy and (sometimes) strenuous exchanges of view, we’ve finally chose seven headwords: body, identitypolitics, practices, sexuality, violence, work
They are the destination from which we decided to start, seven lemmas we consider necessary, essential. 
It’s clear that the terms themselves - and our way to describe them - highlight a theoretical and political choice. We know that other choices are possible, we hope the other choices will follow. 
But, how tell something that never has been told? 
How create the cartography of something that seems to blow up every genealogy rebuilding itself, time after time, like a new organism? 
First step was a clarity step: we told each other the history of every word and for every word we’ve created a semantic tree. As if each word was a magnet, a net throw into the sea, a synaptic junction. 
Faced with the term’s scheme, rebuild the story of the word became easier. 
With this glossary we aim for a double goal: create an instrument for those who want comprehend the Italian feminist debate and propose a strong interpretative hypothesis.


Valentina

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